Il 3 maggio è la giornata mondiale della libertà di stampa: “Sacra e inviolabile”


La Giornata Internazionale per la Libertà di Stampa nasce nel 1993 e fu proclamata il 3 maggio dall’Assemblea Generale, dietro raccomandazione della Conferenza Generale dell’UNESCO. In questa giornata che rappresenta una delle più grandi conquiste democratiche di ogni Paese Civile, si organizzano incontri con giornalisti ed editori con i quali dibattere ed approfondire annualmente il tema dei nuovi modelli di business e riflettere sul ruolo della carta stampata e dei giornali on – line ai tempi dell’informazione in tempo reale. Nei vari corsi di formazione che noi giornalisti siamo chiamati a fare per raggiungere annualmente un certo numero di crediti, spesso si organizzano eventi su temi riguardante l’informazione che cambia nell’era in cui i vari social si interpongono ad un giornalismo on line che cambia nel metodo ma non nella sua sostanza. E’ certo che Internet ha agevolato molto nel dare le notizie in tempo reale, abbassando i tempi d’immediatezza nella pubblicazione. Oggi la notizia viene superata nell’arco di un’ora e a volte anche meno – diciamo in pochi minuti. Questo costringe il giornalista e il giornale on – line a verificare e poi approfondire la notizia in modo tale che risulti confacente con la deontologia professionale che prevede regole da seguire attentamente. C’è dunque una netta differenza tra la notizia messa in rete dai social e ciò che invece fornisce un giornale nel quale scrivono giornalisti iscritti regolarmente ai vari Ordini Regionali. Sono i fantomatici operatori occulti di notizie spesso studiate ad arte per renderle false, che disorientano il lettore. Ma questo, naturalmente, è solo un aspetto del mondo dell’informazione che in ogni caso resta importante e significativo in un Paese civile, per potere esprimere la pluralità di pensiero. Dunque, la libertà di stampa è un tema più che mai attuale, ed è un diritto di cui molti sono spesso privati anche nelle più stabili democrazie. La libertà di stampa è la libertà dei cittadini di essere informati, mentre la libertà dei giornalisti è di informare correttamente, svolgendo la propria attività senza il peso di minacce o di precarietà. La classifica 2020 realizzata da Reporter Without Borders (Organizzazione non governativa e no profit che promuove e difende la libertà di stampa) mette l’Italia al 41° posto, dietro tutte le altre maggiori potenze europee e di Paesi in via di sviluppo come il Ghana, Namibia e Burkina Faso. Ma quali sono le vere cause che hanno evidenziato questo peggioramento di situazione? Crediamo che la crisi sanitaria e i social (non tutti) abbiano peggiorato l’informazione nella sua attendibilità. Spesso si sente dire in maniera qualunquistica che la colpa è sempre dei giornalisti che non sono in grado di fornire notizie atte a far parte di una cronaca vera e non distorta. Non è così, almeno per quanto riguarda l’esperienza data da quel giornalismo di settore cui spesso noi cronisti siamo assegnati dalle redazioni per occuparci di un determinato problema, sia esso politico, sociale o di qualsiasi altra realtà che faccia capo all’informazione. E forse il vero problema del declassamento della nostra informazione nel mondo è data da una serie di difficoltà che si racchiudono sulla responsabilità di un mondo che cambia repentinamente e dove l’etica spesso viene un po’ sorpassata da altri fattori che quasi non permettono la lentezza di approfondire la notizia da pubblicare. E’ il nostro mondo di oggi sempre frettoloso, in cui anche i lettori spesso non hanno tempo e si fermano ai grandi titoli studiati ad arte, piuttosto che leggere attentamente l’articolo in tutta la sua sostanza. Ma per fortuna non è così per tutti e, vivaddio, esiste ancora la consapevolezza culturale di scegliere un sano giornalismo dal quale si possa apprezzare la fortuna di vivere in un Paese libero e plurale.

Salvino Cavallaro                     

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